Semi di carvi/kummel/cumino dei prati

Descrizione

Piccoli semi di colore bruno scuro di forma semicircolare con un profilo aromatico molto intenso che ricorda da lontano quello del finocchio e dell’anice ma con una nota pungente e leggermente speziata, appartiene alla famiglia delle Ombrellifere.

Proprietà

Noti per le loro proprietà digestive e carminative, agiscono positivamente su stomaco e intestino, contrastando il gonfiore addominale, favorendo un naturale senso di benessere. Sono fonte di sali minerali: potassio, fosforo, calcio, magnesio e ferro.

Come altre piante appartenenti famiglia delle Ombrellifere (fieno greco, finocchietto e anice verde ad esempio), oltre a essere usato come spezia per dolci e verdure, è un ottimo alleato per chi vuole perdere peso. Il decotto al cumino dei prati, ricavato dai semi di questa pianta aromatica, grazie alla sua proprietà saziante può essere un alleato per chi vuole perdere peso.

Una ricerca condotta da diversi centri dell’University of Malaya, a Kuala Lumpur, capitale della Malesia, ci spiega come il cumino dei prati assunto almeno 20 minuti prima dei pasti principali (colazione, pranzo e cena) e per almeno tre mesi, determini una riduzione dei livelli di appetito e di assunzione dei carboidrati, soprattutto in soggetti fisicamente attivi.

Indicazioni d’uso (preparazione e utilizzo)

Utilizzato nella cucina del Centro Nord Europa.
Ideali per arricchire focacce e pani speciali (in particolare quello di segale), insaporire carni arrosto, verdure (in particolare cappucci o crauti) e aromatizzare zuppe, formaggi, infusi e liquori (Kummel, un liquore molto dolce e incolore)

Consigli

Per aumentare l’intensità dell’aroma, pestare i semi nel mortaio prima di utilizzarli.

Curiosità

Al carvi furono attribuite in passato diverse proprietà magiche e simboliche: presso popolazioni germaniche si riteneva che esso fosse capace di tenere lontani i demoni delle foreste e per questo lo si spargeva sul pane appena cotto, affinché nessuno degli esseri maligni venisse a rubarlo; nell’Italia settentrionale durante il Medioevo esso veniva fatto mangiare ai polli perché si credeva che, in questo modo, essi non si sarebbero allontanati. Quest’ultima credenza finì per diffondersi al punto che le donne talvolta facevano ingerire cumino ai loro mariti, convinti che se esso avesse l’effetto di tenere vicini i polli doveva funzionare anche con gli uomini. Nel mondo greco, tuttavia, il cumino era anche visto come simbolo di amicizia.

I PRODOTTI

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